lunedì 5 ottobre 2009

Riflessione amara

Tra poco ricominceremo a vedere in TV quei programmi cult di cui non potremmo fare a meno, quei programmi che da soli producono una share altissimo, che coinvolgono milioni di telespettatori, tanto da creare canali a pagamento e decine di riviste scandalistiche con titoli a caratteri cubitali. La mia gioia è incontenibile… non potete immaginare quanto.
E poi, volete mettere tutte quelle ore trascorse davanti allo schermo a sentir parlare Tizio e Caio del fallo subito o non subito da taluno calciatore o del rigore concesso o non concesso? E’ impagabile stare lì, penzoloni dalle lebbra di questi personaggi che ci assicurano di sapere anche quanti peli ha sul braccio tale calciatore. Riempie l’anima e l’intera esistenza sapere queste cose, per noi di vitale importanza.
E poi, volete mettere i nostri miseri discorsi sul taluno reality che sottraggono ore al lavoro perché è indispensabile essere a conoscenza dell’ultimo fatto successo nella casa o nella fattoria o sull’isola… O la gioia incontenibile quando il calciatore fa goal, come se fossimo stati noi in persona a realizzarlo? Dico, volete mettere?
Volete mettere le sonore sconfitte della tanto blasonata nazionale di calcio con la splendida vittoria della nazionale femminile di pallavolo che ci regala il secondo titolo iridato europeo? Volete mettere gli inciuci dei protagonisti dei reality con la dottoressa missionaria che ha dedicato tutta la sua vita a far crescere i ragazzi nel Congo? Volete mettere le ore trascorse a parlare di calcio quando in Italia si è svolto un mondiale di baseball e nessuno se n’è accorto, ma tutti continuano a ribadire che lo sport fa bene ed i ragazzi devono praticarlo? Vuoi mettere i battibecchi della politica, che nulla hanno da dire se non buttare fango sull’ultimo capitato, mentre c’è gente che veramente si fa in quattro per salvare intere popolazioni in Africa e donare un’istruzione per emanciparle? Volete mettere i nostri cari ragazzi che a mala pena sanno scrivere in italiano e si vantano di essere istruiti, quando il più ignorante in Congo conosce cinque lingue?
Scusate, ma il sarcasmo è d’obbligo.
Sì, perché se mi fermo e rifletto, non posso che sorridere sarcasticamente.
Io non mi meraviglio più quando uno ubriaco e drogato con la macchina ti arrota e ti uccide e non si fa neppure un giorno di galera, perché il problema è tuo che ti sei fatto arrotare. Non mi sorprendo più se non abbiamo nessuna classe dirigente in grado di dirigere questo paese che, visto e considerato che non concepisce più la semplice logica che la mia libertà termina dove inizia la tua, continua a propinarti reality pur di non affrontare i veri problemi che affliggono il nostro paese. Non parlo di destra o di sinistra, mi ritengo al di sopra di simili divisioni, perché io concepisco solo l’idea buona per il paese e se essa venga propinata da Tizio o Caio a me non importa.
Un tempo qualcuno disse che non era difficile governare l’Italia, ma gli italiani e ritengo che avesse avuto ragione. Siamo un popolo -mi ci metto in mezzo anche io- stupido, che non vede oltre il proprio naso, che non ragiona con il cervello che possiede e preferisce continuare a discutere di reality e calcio quando tutto intorno il mondo vive e va avanti.