venerdì 21 gennaio 2011

Da Anobii

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sabato 8 gennaio 2011

Festa di compleanno

È sempre un piacere immenso ricevere l’invito alla festa di compleanno di un carissimo amico o di un parente amico (perché non tutti i parenti sono anche amici!) e prepararsi all’evento.
In primis il regalo.
Ti dai da fare ed inizi a far girare i due neuroni che vagano nel cervello in attesa di input e pensi alla persona ed al possibile presente che possa piacerle. Quindi ti dai ulteriormente da fare ed inizi a girovagare per i negozi in cerca di qualcosa che possa illuminare i due neuroni che, sebbene sotto input, non riescono a connettere. Poi, inevitabilmente, opti per un regalo che gradiresti ricevere più che regalare e torni a casa tutto soddisfatto con il bel pacchettino.
Scatta il giorno del compleanno, che, per ironia della sorte, cade il giorno dell’Epifania ed il festeggiato pensa bene di fare festa la sera del 5 per ovviare all’alzataccia del giorno dopo se fosse giorno feriale. E dunque, tutto contento perché puoi dormire la mattina dopo, ti informi sul luogo e sull’orario. E lì ti prende il primo colpo: un localino niente po po di meno che a Via del Tritone, angolo con Piazza Barberini. Per coloro che non hanno sentore del come si vive nella capitale, questi nomi diranno ben poco, ma per chi vive a Roma sa che sono luoghi proibitivi da raggiungere con la macchina. Praticamente dovresti brevettare seduta stante un’autovettura che, una volta giunto a destinazione, possa ripiegarsi e prendere comodamente posto nella tua tasca del giubbotto. Praticamente impossibile, al pari del riuscire a parcheggiare. Be’, però a Piazza Barberini c’è la fermata della metro e l’idea balzata in mente ai due neuroni è di evitare la macchina ed optare per Il Tubo. E lì giunge il secondo colpo: l’unico inconveniente è che l’appuntamento al locale è per le 21,30 e la metro chiude i battenti alle 23! Impossibile pensare all’alternativa all’autovettura. E dunque ti armi di santa pazienza, ti prepari con cura, prendi il pacchetto del regalo e decidi di uscire con un’abbondante mezz’ora di anticipo in modo da poter girare nei dintorni del locale nella speranza mai morta di riuscire a trovare un buco di parcheggio.
I due neuroni hanno avuto una buona sinapsi, ma del parcheggio neppure l’ombra. Chiaramente tutta Roma si è riversata nelle strade la sera del 5 gennaio per festeggiare l’arrivo della Befana ed alle 21,30 non trovi un briciolo di buco neppure in braccio al vigile urbano che ti guarda girare e rigirare sotto il suo naso ed è pronto a tirare fuori libretto e penna per la contravvenzione. L’unica cosa positiva è che in questo modo scovi piccoli vicoli di Roma che, altrimenti, non vedresti mai, per finire ad un incrocio spettacolare: dinanzi un bel divieto di transito, ai lati l’obbligo di svolta a destra o sinistra. I sampietrini, che hanno avuto il loro da fare per rimbambirti più del necessario sballottando la macchina come se fosse un carro della vecchia Roma, ti mostrano due vicoli dove non ci sono vetture e tu, bello speranzoso, imbocchi quello di sinistra, senza accorgerti che coloro che ti seguono optano per quello a destra. Stavolta il posto lo trovi, sei da solo a prendere quella strada e ti pare che… Il vicolo, incredibile a dirsi, si restringe sempre più, fino a giungere ad una impossibile curva dove neppure una biga riuscirebbe a svoltare! Panico! Proseguire è una follia, a meno di decidere di rimanere incastrato e far parte perenne dei palazzi; tornare sui propri passi, anzi, sulle proprie gomme, significa fare retromarcia fino all’incrocio fatidico. Nei dintorni neppure un’anima e con un gemito ti metti di santa pazienza a fare retromarcia, pregando di non sbattere contro il muro dei palazzi che sembrano incombere sul vicolo, mentre qualcuno affacciato alla finestra ti guarda e scuote lentamente la testa. E quando, infine, raggiungi di nuovo l’incrocio maledetto, prendi l’alternativa che, anziché riportarti a Via del Tritone, ti porta a Via del Corso, di fronte a Montecitorio. A quel punto sbirci l’ora: le 21,45. Sono la bellezza di tre quarti d’ora che giri come un’anima in pena e la speranza di trovare parcheggio affievolisce sempre più. Qualcuno suggerisce di andare a parcheggiare a Lungotevere, ma a quel punto tanto valeva lasciare la macchina sotto casa e farsela a piedi!
Ti incaponisci e continui a girare, con la pioggerella tediosa che ti limita la visuale ed i due neuroni che scemano sempre più le funzioni vitali. E quando realizzi che il posto non lo troverai neppure se piangi in cinese, ti accorgi che ormai è quasi arrivata la Befana con tutte le calze piene di schifezze varie.
Però è questo il bello degli amici: se non festeggi al centro di Roma, che festa è? Se scegli di rimanere nei dintorni di casa vuol dire che sei un babbione pantofolaio, mentre loro sono giovani e preferiscono girare tre ore in macchina prima di trovare posto pur di andare in un locale trendy e poter dire: ci sono stato! Che poi in questo locale ci rimani un’ora sola, poco male: hai speso cinquanta euro di benzina a forza di girare con la macchina, hai pagato l’entrata venti euro e neppure riesci a mangiare per il nervoso. Bella soddisfazione!
Ma non era più semplice scegliere un locale sotto casa, dove di parcheggi ne trovi a iosa e dove ti metti seduto per tempo e mangi con gusto?
Sarà che forse sto invecchiando, ma proprio non capisco più questi miei coetanei che vogliono a tutti i costi fare i giovani!