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martedì 24 giugno 2008
Invito a dare un giudizio
Coraggio, avete tempo fino al 30 settembre e con l'occasione vi porterete qualcosa da leggere in vacanza!
venerdì 20 giugno 2008
PC da zero
http://www.ibs.it/book/9781847534767/crestani-gianni/zero-guida-facile.html
giovedì 19 giugno 2008
Una gita a Fumone
Probabilmente questo nome non dirà molto, ma coloro che venerano Celestino V, il papa del gran rifiuto, sapranno che qui morì il sant'uomo, nell'ormai lontano 1296.
Questo borgo medievale, completamente costruito in pietra, vanta il giardino pensile più alto di tutta Europa ed il castello, un tempo proprietà della famiglia Caetani, è tuttora abitato dai discendenti delle varie famiglie che si sono succedute ed avvicendate nei secoli. Una guida minuta e giovane ci mostra le stanze che sono visitabili, compreso il giardino pensile e ci narra le vicissitudini del castello, infestato da fantasmi e da leggende dal sapore horror.
L'angusta stanzetta a ridosso della cappella circolare mi ha colpito particolarmente: a forma di triangolo isoscele, dai lati lunghi non più di due metri ed una base di un metro è stato il luogo freddo e scuro dove Celestino V ha trascorso i suoi ultimi mesi di vita terrena. Se penso alle prigioni moderne…
Insomma, tutto interessante, carino, ameno, se non fosse per la solita leggenda che è dura a morire: il famoso jus primae noctis. Anche qui la guida narra di un signore feudale che accoglieva nel proprio letto la giovane sposa di turno e se non la trovava vergine la gettava nel pozzo del castello, con buona pace del marito che l'aspettava al villaggio.
Se non fosse perché lo jus primae noctis era una tassa da pagare in forma di moneta sonante quando una coppia si sposava, alla stregua della tassa sui morti, penserei che coloro che credono alla leggenda siano un po' ciechi e poco acuti. Innanzitutto non esistono documenti che attestino che la sposa dovesse sottostare alle voglie del signore e, se anche il potente di turno avesse solo osato provare a portarsela a letto, il popolo si sarebbe ribellato, capeggiato dal marito che sarebbe dovuto diventare cornuto prima del tempo. In secondo luogo, spesso e volentieri i feudatari erano persone del clero… Ma il clero non è votato alla castità? Almeno così si dice… E se il potente di turno fosse stato una donna, come nel caso della virago Caterina Sforza? Certo, un po' mascolina lo era, ma i suoi appetiti sessuali erano piuttosto sani, a giudicare dalla sfilza di figli sfornati ai vari mariti.
E nel caso fosse stato un fanciullo?
Per farla breve, di miti da sfatare ce ne sarebbero a iosa.
Senza contare che, in questa circostanza, la presunta sposa trovata non vergine dal feudatario veniva gettata nel pozzo… da dove il castello prelevava l'acqua. Ora, non so se a quel tempo l'acqua putrida, infestata dai cadaveri, fosse considerata buona da bere, ma oggi la vedo dura far credere che tale acqua sia salutare…
Diciamo che, per buona pace di Celestino V, uomo pio e votato al martirio, la gita a Fumone si è comunque conclusa in maniera positiva, perché il borgo è una vera delizia per gli occhi.
mercoledì 11 giugno 2008
L'ombra della ginestra
Le battaglie di Crécy e Poitiers segnano l'inizio della fine dell'epoca d'oro della cavalleria. Il primo a rendersene conto ed a sfruttare le potenzialità dei fanti è Edoardo principe di Galles, figlio di Edoardo III, che trionfa sui campi di entrambe le battaglie, per passare alla Storia come il miglior condottiero del XIV secolo; al suo fianco, come mercenario prima e come vassallo dopo, l'austriaco Lothar von Klagenfurt, cavaliere introverso e schivo, il quale troverà se stesso solo nell'amore. Sul fronte avversario, l'italiano Ludovico Zen, mercenario di Filippo VI e poi suddito anch'egli del Principe Nero, cavaliere solare e brioso, che non esiterà ad abbandonare la sua famiglia per seguire i propri ideali.
Sui campi bagnati dal sangue di nobili e prodi cavalieri, tre vite si scontreranno e si incontreranno per dare il via ad un'amicizia e ad un amore che dureranno una vita intera, per regalare ai posteri la voglia di vivere nonostante le avversità e l'alto ideale per coronare un'esistenza.
www.lulu.com/content/800986
martedì 10 giugno 2008
Baseball per non vedenti
Per la prima volta da quando
Vi lascio immaginare la mia sorpresa quando li ho visti allenarsi in campo, su quello stesso campo dove il giorno prima si era svolta una normale partita di campionato. Hanno regole diverse, ovvio, ma anche loro corrono intorno alle basi per arrivare a fare il punto, battono e lanciano una pallina che ha tre sonagli all'interno e si tuffano letteralmente sul campo per cercare di prenderla. Bellissimo! Vedevo quattro dei nostri cadetti che li aiutavano, passandogli le palle quando dovevano battere oppure battendogli le mani per far loro capire dove si trovava la base. Non sono riuscita a rimanere con le mani in mano e, sebbene vestita di tutto punto, mi sono lanciata nell'impresa. Mi sono ritrovata a passare le palle, mentre i cadetti le prendevano con i loro guantoni usati il giorno prima nella partita e le rilanciavano per farli battere nuovamente, E questi ragazzi non vedenti che mi attendevano con pazienza mentre arrancavo per racimolare le palline che ruzzolavano a terra. E poi la simulazione di una partita: uno dei nostri giocatori più piccoli si è posizionato sulla prima base e teneva un piccolo megafono dove gracchiava per far sentire la propria "voce" al corridore. In seconda c'era una mamma come me, che batteva le mani sempre più velocemente quando il corridore si apprestava a giungere in seconda. Sempre sulla seconda base c'era uno dei cadetti, pronto a prendere la pallina che veniva lanciata da questi ragazzi non vedenti. In terza c'era l'ennesima mamma, che batteva le mani ed a casa base un altro vedente per confermare il punto e dare l'avvio al gioco.
Bene. Io non so voi, ma vedere questi giovani divertirsi insieme a noi, allenarsi con spirito di sacrificio, chiedere se la battuta fosse stata una valida oppure no, avere la voglia di giocare per fare il punto e vincere, è stata un'esperienza fantastica. Adesso capisco per quale motivo i nostri cadetti ed allievi vanno ogni settimana ad aiutarli, coadiuvati da alcune mamme: la loro gioia, la loro voglia di fare, il loro sentirsi "normali", mi ha inevitabilmente portato a dire: "Da oggi ci sarò anch'io".
Spero che anche altri possano "aprire gli occhi" e venirci a dare una mano: i nostri ragazzi non vedenti vi illumineranno, statene certi!