mercoledì 7 settembre 2011

Noi italiani

In questi giorni, per caso, ho avuto la riprova, ahimé, di quanto noi italiano siamo indisciplinati, arroganti e ignoranti rispetto al resto del mondo o, almeno, del mondo civilizzato.
Ho accompagnato alcuni amici a visitare la basilica di S. Pietro e, siccome indossavo un vestito scollato, le guardie non mi hanno concesso di entrare perché avrei dovuto coprire le spalle con un foulard o un giacchettino che non avevo. Colpa mia, perché so che non si entra in chiesa come se si stesse andando in spiaggia, ma siccome a Roma segnavano 40°, non ho pensato a questo inconveniente. Pertanto, con pazienza mi sono messa in disparte, permettendo ai miei amici di entrare ed io sono rimasta in attesa accanto a una bellissima ragazza di Salamanca, anche lei sprovvista di foulard.
Durante il lasso di tempo occorso ai miei amici per vedere la basilica, dinanzi alle guardie sono passate centinaia di visitatori provenienti da tutto il mondo e quando qualcuno si sentiva invitato a non entrare se non si fosse coperto, ho assistito a scene a dir poco imbarazzanti.
In linea di massima gli stranieri erano già premuniti, poiché in ogni guida, in ogni libro, in ogni cartellone è indicato che è vietato entrare nelle chiese con shorts e bretelle; tuttavia chi non aveva di che coprirsi ci rimaneva male, un po’ spaesato, eppure si metteva da parte, in attesa che un congiunto andasse ad acquistare un foulard che permettesse alle signore in questione di accedere alla basilica, tutti comunque disciplinati e pazienti. Del resto, dopo aver fatto migliaia di chilometri, cinque minuti di attesa per scoprire le meraviglie di S. Pietro valgono bene un po’ di calura romana.
Poi sono giunti alcuni italiani che, a dispetto dei cartelli informativi che capirebbe anche un bambino, e a grandissimo dispetto di quella fetta di italiani ligi e corretti, hanno iniziato a inveire contro le guardie, pretendendo di entrare adducendo la puerile scusa che venivano da lontano e che, secondo loro, era inammissibile rinunciare a vedere la chiesa per una simile sciocchezza. Purtroppo nessuno ha spiegato a queste persone che non si tratta di sciocchezza, bensì di rispetto. Vorrei tanto vedere le loro facce all’entrata di una sinagoga o di una moschea…
Per non parlare dei furbi, che hanno fatto finta di capire, si sono messi al mio fianco in attesa, per poi approfittare della presunta distrazione delle guardie per avviarsi verso la scalinata e guadagnare la basilica. La scena patetica è stata che le guardie se ne sono accorte, come era ovvio perché non stanno lì con le mani in mano, e li hanno rincorsi, esortandoli ad allontanarsi.
Ebbene, mi sono vergognata di appartenere ad un popolo simile. Sì, vergognata, perché non conosciamo regole, né rispetto, ci facciamo beffe di tutto e di tutti pensando di esserci comportati nel modo giusto fregando il prossimo e ci arrabbiamo e offendiamo se dall’altra parte qualcuno osa mostrarci che abbiamo torto. A discapito, questo, degli italiani che si comportano bene.
Noi, che siamo stati un popolo meraviglioso, che abbiamo conosciuto i fasti del Rinascimento, gli atti di eroismo del Risorgimento, che possediamo un patrimonio che tutto il mondo ci invidia in fatto di natura e Storia, noi siamo diventati un popolo di burattini arroganti e ignoranti e non dobbiamo meravigliarci se il nostro paese va a rotoli. Diceva bene uno statista di cui non faccio il nome: che non era difficile governare l’Italia, bensì gli italiani.

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