giovedì 17 febbraio 2011

Cara amica

Cara amica,
vorrei poterti chiedere come stai, ma auspico di poterlo fare il più in là possibile, visto che dimori con gli angeli.
Ti scrivo perché volevo raccontarti cosa è accaduto con tuo marito, o meglio, il tuo vedovo. Fermo restando che sai bene quanto io aborrisca la politica, e tu lo sapevi, quanto sto per narrarti ai miei occhi ha dell’incredibile e forse ora capisco perché accennavi a un divorzio.
Ricordi quando, due anni orsono, scopristi, ahimè, di avere un tumore e nel medesimo periodo il tuo contratto di affitto scadeva e c’era una rivisitazione dell’importo da versare e/o in caso contrario lasciare l’appartamento? Capisco che la possibilità di perdere un posto così ameno o di pagare il giusto canone ti avesse sconvolto, considerato che abitavi in un attico di duecento metri quadrati, con un balcone che è pari al mio piccolo appartamento e che pagavi una miseria, nonostante tu e il tuo vedovo guadagnavate fior di soldi svolgendo la vostra professione di medici. Come? Come faccio a saperlo? Non ricordi più che ero io a farti la dichiarazione dei redditi? Lo so, sei sempre stata sbadata, per questo c’ero io a ricordarti le cose. Insomma, mi sarei arrabbiata anche io se, di punto in bianco, la cooperativa proprietaria dell’immobile avesse deciso di applicare il giusto tasso in una zona centrale di Roma, pena lo sfratto. Certo, per due come voi che, solo di imposte, versate tanto quanto guadagnano tre persone normali… Capisco, ti scocciava, non era affatto “di sinistra”. Ma perché è così facile proclamarsi di sinistra quando si hanno tanti soldi? Comunque sia, ti ho aiutato lo stesso a non perdere la tua preziosa casa, perché eravamo amiche e io non ho mai fatto caso a queste cose. Insomma, ti portai a un patronato di destra, dove c’era un mio caro amico che ti avrebbe aiutato. Certo, all’inizio ti è parso un po’ strano, visto che nessuno dei tuoi “amici” di sinistra aveva voluto fare qualcosa per te, ma così va il mondo, che vuoi farci? E ti sei tenuta la casa continuando a pagare una miseria.
E poi…
E poi tu sei volata via, così, pochi mesi fa e, se non fosse stato per tuo zio, non l’avrei neppure saputo, perché il tuo vedovo non si è neppure degnato di farcelo sapere. E pensare che quando telefonavano i miei genitori per sapere come stavi, lui rispondeva sempre in maniera molto scocciata, come se gli dessero fastidio. Ma va bene uguale. Sono riuscita a salutarti per l’ultima volta e solo questo conta.
E poi…
Eh, sì, ora arriva il bello. Il tuo vedovo, che io ho visto solo tre o quattro volte in vita mia, mi telefona perché si ricorda che un mio amico ti aveva fatto un grosso, ma grossissimo favore due anni prima e ora a lui ne serve un altro. Già mi suona strano che sia passato dal rapporto formale al semplice “ciao Nica”, come se fossimo vecchi amici, ma per te ho fatto finta di nulla. Un’amica è pur sempre un’amica. Così prendo appuntamento con il tuo vedovo per accompagnarlo al patronato e nel frattempo chiamo il mio amico per avvisarlo. Piccolo intoppo: il mio amico arriva dopo due ore e mi suggerisce di posticipare. Bene, nessun problema. Provo a contattare il tuo vedovo, ma per quanti sforzi faccia, non ci riesco. Va bene, lo aspetterò all’ora stabilita e gli dirò che l’appuntamento è spostato. Ma quando lui arriva, mi dice che non può posticipare perché, giustamente, deve andare a riprendere vostra figlia a scuola, una scuola tipica di “sinistra”, ossia dalle suore, dove si pagano fior di soldi. Ah, non è una scuola di sinistra? Ma non erano quelli di destra che mandavano i figli alle scuole private, pagando tanti bei soldini? E allora, perdonami, perché non avete optato per la scuola statale come ho fatto io? Ah, forse perché la scuola statale è diventata di destra… Accidenti, non me ne ero accorta, stavolta sono diventata io la sbadata. Ah, non è di destra? Allora non ci capisco più nulla.
Insomma, per fartela breve, ho proposto di accompagnarlo per mostrargli dove fosse il patronato e poi ci avrebbe pensato da solo, visto che ormai ha cinquant’anni e lo reputo… pardon, reputavo una persona matura. E durante il tragitto scopre che il patronato è di destra… Apriti cielo!
Come? Cosa cambia? Non lo so. So solo che ha esitato, iniziando a dire: “Ma io sono esattamente all’opposto! Come faccio a entrare lì? Se mi vedono che figura ci faccio?”
Eh, eh! Pensavo scherzasse, e ce n’era ben donde! Non mi era mai capitato di entrare in un negozio e chiedere al proprietario se fosse di destra o di sinistra prima di decidere se acquistare da lui la roba! O forse adesso si fa così e anche qui non me ne sono mai accorta?
Probabilmente avrei fatto meglio a fermarmi e suggerirgli che, se entrare lì dentro andava contro i suoi alti ideali, io lo capivo benissimo! Sai, certa gente andrebbe presa in giro come merita, ma, sempre per tuo ricordo, l’ho accompagnato fin lì. Davanti alla vetrata si è fermato, dicendo: “Va bene così, ora so dov’è.” E stava per tornare indietro senza neppure entrare, ma un altro mio amico che lavora lì mi ha visto ed io non ci ho pensato due volte a entrare e salutarlo. Il tuo vedovo ha dovuto ingoiare il boccone amaro e seguirmi, anche se penso mi avrebbe volentieri infilzato a coltellate. Per fartela breve, si è fatto dare il numero di telefono, nonostante poteva benissimo lasciare le carte e tornare a riprendere il tutto in seguito. Amica mia, te lo avrei fatto vedere: sembrava sui carboni ardenti, come se quei due minuti trascorsi nel negozio l’avessero contaminato come un appestato. O forse sono rimasta appestata anche io e non me ne sono accorta? Accidenti, ma di quante cose non mi accorgo più ultimamente? Sto invecchiando, a quanto pare! Ma non sarà che io a queste cose non ci ho mai fatto caso perché per me non hanno importanza? Non so che dirti, però ti assicuro che ci sono rimasta malissimo. E ancor più tornando verso casa, quando se ne è uscito fuori accusando ripetutamente un certo dolore al ventre, causato dal fatto di aver somatizzato… Sì, sì, hai capito bene! Sono rimasta trasecolata. Anche tu? Pensavo lo conoscessi, visto che era tuo marito, e pensavo gli avessi riferito, all’epoca, del patronato di destra che vi aveva aiutato…
Sempre perché ti sono amica, ho fatto finta di nulla, anzi, ho sdrammatizzato dicendo: “A una certa età escono fuori tutti i dolori!”
Ecco, volevo farti sapere come si è comportato il tuo vedovo verso una persona che gli aveva fatto un favore immenso, come tu avevi all’epoca riconosciuto, a differenza dei vostri “amici” di sinistra. A quanto pare lui non ha capito e sono certa che non chiamerà per avere il favore ed io reputo più saggio che non lo faccia.
Comunque sia, ci tengo a precisare che per me rimarrai una bellissima persona, a differenza del tuo vedovo, e che noi avevamo capito che sinistra o destra non sono di vitale importanza nella vita quotidiana, ma basta avere il buonsenso e tutto si risolve.
E dimmi: almeno là dove ti trovi ora, esiste il buonsenso? Spero ardentemente di sì!

2 commenti:

Unknown ha detto...

Esistono persone che credono nei propri ideali e li seguono, questo senza perdere la ragione in funzione di essi. Altri invece diventano veri e propri burattini, ridicolizzando se stessi e, per ironia della sorte, insultando con i propri comportamenti le stesse idee che hanno così maniacalmente abbracciato...

Anonimo ha detto...

nica

bella questa tua lettera, così a pella mi viene da darti
un consiglio disinteressato:
"Non gettar le perle ai porci"

Lui è lui e la tua amica è la tua amica
Lui non è la tua amica
E poi chissà se la tua amica da lassu sia davvero contenta che tu lo aiuti e se lo è magari è solo per compassione
Magari durante il giorno prova a ripetere più volte " Spirito Infinito fammi sapere come posso risolvere questa questione in modo perfetto e sotto l'influenza della grazia" ripetendo questa affermazione vedrai da ora in poi le tue decisioni saranno giuste, attirerai le situazioni che ti permetteranno di realizzarle e non creerai danno nè a te stessa ne agli altri, perchè le tue decisioni non saranno più sotto l 'infliuenza della tua volontà( o ego) ma solo ed esclusivamente sotto l'influenza della volontà della mente superiore o Dio :)